Conto alla rovescia per le pandoro e panettone: piccolo recap
Natale si avvicina e, come tutti gli anni, non posso esimermi dal preparare il consueto panettone. E visto che ho acquisito una certa dimestichezza che questo tipo di impasti, quest’anno mi affronterò pure un altro classico del Natale italiano: il pandoro.
Questi due dolci dividono le famiglie italiane che tutti gli anni, puntualmente, si domandano: pandoro o panettone? E sappiamo bene come si risolve la diatriba: si compran tutti e due, cosi’ son contenti tutti :)
Ma se quest’anno volete osare e prepararli in casa, vi ricordo le regole essenziali per affrontare questi lievitati. Si, lo so, ne avevamo già parlato qua, ma ecco un piccolo vademecum per non “toppare” questi due classiconi delle feste.
Usate una farina fortissima. E quando dico fortissima, intendo 14-15% di proteine. Pandoro e panettone sono lievitati “pesanti”. Si tratta di impasti ricchi in grassi (burro e uova) e senza un’impalcatura robusta (glutine) non stanno in piedi. In Italia ormai si ha l’imbarazzo della scelta sulle farine, ma senza impazzir troppo, la Manitoba del supermarket va benissimo. Se come me non riuscite a reperirla, fortificate una farina da pane (12-13% di proteine) con della glutinica (72% di proteine.
Usate la planetaria. Diffidate da chi vi dice, “eh, ma 100 anni fa i panettoni li facevano a mano”. Si, si andava pure a cavallo ed ora si usano le quattro ruote ;) Usate la planetaria, mi ringrazierete.
Fate incordare, fate incordare, fate incordareeeeee. Non pensate neanche per un attimo di poter procedere alla tappa successiva se il vostro impasto non incorda. Incordatuta=formazione della maglia glutinica. Se aggiungete grassi ad impasto non incordato, il vostro panettone col cavolo che lievita, rimarrà piatto come un pancake. E se l’incordatura vi da’ del filo da torcere, ecco qui come risolvere la situazione.
Ora scusate, devo rimboccarmi le maniche e sparire in cucina per un po’ :)